Un’avventura horror in terza persona, una storia di sopravvivenza a camera fissa. Non sottovalutare «la Presenza»: non puoi batterla, puoi solo temerla, stare allerta, nasconderti, respirare piano… Esplora i luoghi infestati dagli spiriti e dalle anime perdute in questo racconto horror che farà la storia.

Il celebre scrittore Sebastian P. Husher, e la sua famiglia, sono scomparsi. Preoccupato, il suo editore manda un assistente per scoprire che fine abbia fatto, ma anche lui sparisce… Da queste sparizioni iniziano degli eventi che portano a una sconvolgente verità: dietro a tutto c’è un’entità oscura conosciuta solo come «la Presenza».

Song of Horror offre un’esperienza del terrore reale e dinamica. La paura monta mentre «la Presenza», un essere ultraterreno capace di adattarsi al tuo gameplay, ti dà la caccia in modi inaspettati. Vivi un’esperienza di gioco unica, diversa da ogni altro giocatore, dove la tensione cresce naturalmente senza seguire degli schemi prestabiliti.

Da giocatore potrai vivere la storia attraverso gli occhi dei vari personaggi, ciascuno legato alla vicenda in modo differente. Ogni personaggio è diverso e porterà avanti l’indagine secondo il proprio punto di vista, con un approccio del tutto personale agli indizi e agli elementi della storia. Le loro azioni e decisioni daranno forma al mondo: alcuni conosceranno più dettagli della vicenda; altri ne apprenderanno meno; alcuni saranno più abili contro le manifestazioni sovrannaturali, ma tutti moriranno se «la Presenza» li raggiungerà, perché la morte è per sempre. Ogni volta che morrai, dovrai riprendere la storia con un altro personaggio e continuare l’indagine affinché la loro morte non sia stata invano.

Un misterioso negozio, un’abbazia dimenticata, un ospedale psichiatrico abbandonato… ogni scenario di Song of Horror è stato ispirato dai classici del genere. Addentrati in questi luoghi infestati, affronta con coraggio la tensione e l’agonizzante atmosfera del gioco, cerca tutti gli indizi e gli oggetti nel tentativo di risolvere gli inestricabili enigmi.

(Dallo store della PS4)

Lo scoglio più grande per fruire di questo Song of horror, survival spagnolo di Protocol Games, non è tanto il budget, ino ino ino, ma la lingua assente, l’italiano. Certo i nazisti della giocata pura, quelli che il sottotitolo è il male figurarsi il doppiaggio, godranno come ricci sotto viagra, ma gli altri, i poveretti come il sottoscritto che sono stati ingannati dalla più grande bugia anni 90, il francese come lingua del domani, che faranno? Se poi contiamo che l’inglese, a parte i gemiti di Jenna Jameson, oh yeah, fuck me, bitch, per chi scrive, è aramaico, il disastro con contorno di disagio è servito. Song of horror per noi, ignoranti delle altre lingue, piccoli Balilla contro il dominio dei cattivi States, lo si comprende al 50%, dizionario alla mano al 60%, rendendo la partita, già ostica, ai livelli di un Bloodborne o di un Dark Souls.

Gli anni, mi accorgo, mi hanno reso mi hanno reso pigro, svogliato, con la stessa assenza degli occhi di Tigre di un Rocky contro Mr. T: Resident Evil per la prima playstation, tutto doppiato in inglese, l’ho finito, rifinito e adorato come poche altre cose. Cos’è cambiato quindi in questi anni? L’inglese (non) lo so come allora e non credo che i capelli, caduti al fronte come eroi, come ci canta il saggio J- Ax, siano portatori di una onniscienza che, alle soglie dei 45 anni, non posseggo e credo mai possiederò, Quindi ho (ri)preso in mano Song of horror, superando il grande scoglio della lingua con pazienza e rompendo le scatole a mia sorella, samurai forgiata dal linguistico, per non morire male durante l’avventura, e, ovviamente, morendo malissimo. Molto bene anzi no, very very well.

Song of horror è un viaggio ai tempi della PS2, stessa grafica migliorata dal 4k, ma stesso impatto visivo: bellissimo negli interni delle location, miserabile negli spazi aperti, inquietante nelle espressioni facciali dei suoi personaggi, simili a manichini. Sembra un reperto sputato dritto dall’inizio di questo secolo, ostico come poche altre cose, con i nostri alter ego virtuali che si muovono come se avessero una scopa nel culo, roba che Deathtrap Dungeon sembra avanguardia.

Song of horror è però pieno di atmosfera, a discapito del budget, della grafica o dei tanti documenti che dovrebbero costruire una storia ma hanno la profondità narrativa di un Resident Evil per gameboy. La senti nell’aria il senso di impotenza e malattia, qualcosa di cosmico che trasuda Lovecraft dalle mura di una magione abbandonata, sotto le stelle, dentro spettrali abazie, fino alla soluzione del mistero.

Song of horror omaggia i classici del genere, soprattutto Amnesia: The Dark Descent, Silent Hill, Obscure e Fatal Frame, titoli di un’epoca lontana e qui riproposti, nelle atmosfere e nello schema di gioco, in maniera quasi maniacale. Cinque macro location, ognuna con uno stile differente, tutte molte cupe, varie e paurose, e la novità, debitrice di un altro gioco del passato, Michigan: report from hell, che si può morire senza avere il game over. Più di dieci personaggi giocabili dei quali, se la morte li prenderà, non sapremo più nulla: la loro linea narrativa ci sarà negata. Ecco che la finzione simula il reale. 

Ad accrescere il grado di difficoltà già elevato ci pensa un mostro intangibile, chiamato La presenza, che ci darà la caccia, si nasconderà dietro l’angolo, percepibile solo orecchiando dietro le porte, e che, man mano che il gioco proseguirà, si adatterà al nostro modo di vivere l’avventura, un po’ come in Alien Isolation.

Un gioco senza dubbio non di tripla A ma dalla grande atmosfera, difficile all’inizio ma assolutamente stimolante, capace di creare, soprattutto con luci spente e cuffie, un viaggio nel terrore più avvolgente.

Song of horror, uscito dapprima su Steam in capitoli, ora è disponibile al prezzo forse un po’ altino di 39 euro e 90, in una versione completa per console. Un acquisto non imprescindibile, ma che, visto l’arrivo di Halloween, potrebbe diventare il vostro guilty pleasure videoludico per il 31 ottobre. Facile d’altronde battere un mostro armato di un uzi devastatore, ma persi nel buio, senza armi, in balia della follia, sarà lo stesso?

Andrea K. Lanza

 

 

TRAILER

INFOBOX

Song of Horror

Sviluppatore: Protocol Games

Publisher: Raiser Games

Disponibile: PlayStation 4 (compatibile con la 5), Xbox One, Steam

CATEGORIE

Commenti

  • Denis

    Un gioco vecchio stile ma c'era un' altro gioco in cui se moriva un personaggio non si andava in game over, Eternal Darkness del Gamecube. Michigan from hell e un gioco di una bruttezza sconcertante ma vale per i collezionisti. Di giochi in inglese ho finito solo il primo Silent Hill, Killer 7 e Nier mentre ho lasciato perdere Yakuza 2 perchè non capivo le regole di un gioco in una bisca per far avanzare la trama e pure in giapponese il picchiaduro a scorrimento di Kenshiro su Ps1. Purtroppo in inglese e rimasta la serie Yakuza e Fist of the North Star Lost Paradise (Kenshiro).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.