Una notte violenta e silenziosa (2022): la notte in cui la renna morì

Ah i film di Natale!

Un vero classico di questo periodo dell’anno. Ognuno ha il suo preferito, qualcuno ama rivedere Kevin McCallister rimasto solo a casa, altri, complici forse le poppe di Jamie Lee Curtis prediligono Una poltrona per due, mentre una larga fetta di pubblico concorda che non è Natale se Hans Gruber non si esibisce nella sua imitazione di Willy il coyote cadendo dal palazzo della Nakatomi.

Però quanto ne sapete di film di Natale? Nel senso, vi considerate dei veri esperti di questo sottogenere che ad esempio in ambito horror, ha regalato un esercito di Babbo Natali psicotici armati? Iniziamo dai classici, vi ricordate come si chiamava il film di Natale della IBS? Il finto film nel film di S.O.S Fantasmi (1988), quello con Lee Major armato di minigun impegnato ad aiutare Santa Claus alle prese con alcuni terroristi? Bravi, era proprio La notte in cui la renna morì.

Il fantasma del Natale passato.

A proposito di terroristi sotto Natale, ve lo ricordate John Leguizamo in 58 minuti per morire (1990)? La risposta giusta dovrebbe essere poco, visto che compariva in un paio di fotogrammi. Purtroppo ai tempi Renny Harlin tagliò la parte più sostanziosa della sua prova (storia vera).

Se non vi ricordate di lui, date la colpa al montaggio finale del film.

Sapete chi è un vero esperto di film, non solo di Natale? Il regista norvegese Tommy Wirkola, un vero mito, l’uomo a cui dobbiamo non uno ma due Dead snow, il riuscito Seven Sisters (2017) con Noomi Rapace e il fin troppo sottovalutato The Trip (2021), che trovate su Netflix, caldamente consigliato.

Wirkola è la dimostrazione vivente che il genere horror può essere la miglior palestra cinematografica possibile, parliamo di uno che è uscito indenne anche da un ingrato film su commissione americano come Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe (2013), la classica idea balorda sfornata nel periodo in cui andavano forte i film ispirati alle fiabe, in grado di ammazzare la carriera di chiunque, se non fosse che il nostro Tommy, ha saputo giocarsela molto bene, sfornando un film su commissione che mi diverte sempre rivedere, forse sarò l’unico ma è così.

Siccome ad Hollywood, come in qualunque altro posto di lavoro, vieni etichettato come specialista di qualcosa, evidentemente laggiù si sono ricordati del norvegese quando è stato il momento di assegnare la regia di un altro soggetto basato su un’idea improbabile. Se a natale si riguarda Trappola di cristallo (1988), perché non riproporre la classica dinamica alla Die Hard con Babbo Natale al posto di John McClane? Non intendo un tipo tosto vestito di rosso, ma proprio lui, il vecchio San Nicola in persona. Immagino che il telefono di Wirkola abbia iniziato a suonare non appena la sceneggiatura di Pat Casey e Josh Miller ha ricevuto la classica “luce verde”.

Tommy Wirkola sul set, realizza il suo (e il nostro) desiderio di Natale violento.

Violent Night nasce sotto una buona stella (di Natale) perché addirittura la nostra distribuzione, non solo ha deciso di mandarlo in sala il primo di dicembre (anticipando la ressa generata dal ritorno su Pandora di Jimmy Cameron) ma tira fuori dal cassetto un po’ di creatività per il titolo, che diventa l’azzeccato Una notte violenta e silenziosa. Anche se la scelta migliore in assoluto è stata proprio quella di affidare un film in equilibrio tra splatter e buonismo dicembrino, ad uno che questi soggetti pazzarelli sa come portarli a casa con successo. L’altra scelta azzeccata è stata la selezione degli attori, ma come avrebbe detto Anders Celsius, andiamo per gradi.

Il Babbo Natale di Una notte violenta e silenziosa lo incontriamo al bar, impegnato a sfondarsi di birra in vista dell’ennesima notte di Natale di super lavoro, che per altro ormai il nostro odia, perché bambini e adulti hanno reso la festa il trionfo del consumismo, quindi meglio affrontarla da sbronzo, pisciando dalla sua slitta in volo e maledicendo quel celebre corriere, che porta i suoi pacchi con sopra stampato un sorriso, anche più velocemente delle sue sempre meno disciplinate renne, che per altro cagano senza sosta su ogni tetto su cui atterrano. Lavoro ingrato!

Dare tutta un’altra profondità al concetto di birra di Natale.

La situazione cambia quando Babbo David Harbour (lo sceriffo di Strane cose, già Hellboy per Neil Marshall, giusto per confermare che il rosso gli dona) deve consegnare il regalo di Natale alla dolcissima e caramellosissima Trudy Lightstone (Leah Brady), forse l’ultima bambina sul pianeta dall’incrollabile spirito natalizio, tanto che i suoi genitori devono mediare sull’integralismo della letterina a Santa Claus, regalandole un Walkie Talkie, ufficialmente venduto come un collegamento diretto con il santo preferito dalla Coca Cola, ufficiosamente il modo più comodo per loro di origliare il desiderio della piccola, che però vorrebbe solo evitare il divorzio dei suoi, ormai prossimo.

Anche perché Jason (Alex Hassell), rampollo di casa Lightstone, prediletto di nonna Alva (Edi Patterson) e papà di Trudy ha già i suoi problemi oltre alla crisi con la moglie, come portare tutta la famiglia al cospetto della ricchissima nonna, per una festa in famiglia tra parenti uno più stronzo dell’altro. L’attacco di una banda di criminali super organizzati al maniero dei Lightstone, sarebbe quasi una benedizione se questi terroristi armati fino ai denti e dai soprannomi natalizi, non fossero pronti ad uccidere tutti pur di mettere le mani sul tesoro di casa Lightstone, trecento milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti nascosti da qualche parte nella villa. Un piano perfetto a cui il più improbabile dei John McClane della situazione metterà i bastoni tra le ruote.

Di rosso quest’anno non ci sarà solo il naso di Rudolph.

Il rischio con un film come Una notte violenta e silenziosa, sta nell’esaurire presto la benzina garantita dall’idea – tutta da ridere – di Babbo Natale contro i terroristi cattivi, il rischio di scivolare sulla buccia di banana di trovate come Snakes on a Plane (2006) è dietro l’angolo. Un’idea buona per un trailer di due minuti che però nella mani di Tommy Wirkola funziona e anche piuttosto bene, regalando 112 minuti di intrattenimento bello dritto. Però devo smetterla di scrivere “regalando”, mi sto calando troppo nell’atmosfera natalizia mi sa.

Forse era più facile sbagliarlo un film come Violent Night che mandarlo a bersaglio, anche perché la sua stessa natura è quella di una trama tirata per la giacchetta in un po’ troppe direzioni contrastanti: da una parte essendo prodotto dalla 87North Productions di David Leitch, non possono mancare i combattimenti corpo a corpo violenti, quelli che hanno reso anche Bob Odenkirk un eroe d’azione in Io sono nessuno (2021) oppure tutti coreografati da seduti, per venire incontro alla comodità di Brad Pitt in Bullet Train (2022), ma dall’altra essendo un film americano del 2022 con aspirazione di fare soldi al botteghino, Violent Night non può permettersi di sputare sulle pucciosità natalizie. Ed è qui che avere Tommy Wirkola in cabina di regia diventa un valore aggiunto.

Botte di Natale.

Chiaro che siamo di fronte ad un compromesso alla base di un film su commissione, ma ogni volta che il buonismo di Natale della trama sembra prendere il sopravvento, Wirkola si gioca un po’ di buon vecchio Sangue & Violenza, allo stesso modo, quando il massacro sembra farsi troppo cruento, il personaggio di Trudy rimette tutto nella giusta proporzione. Con lei dall’altra parte del Walkie Talkie, anche il secondo atto – quello che perde un po’ di ritmo – funziona perché a suo modo la bambina è l’Al Powell del nostro McClane di Natale. Il risultato finale è sicuramente troppo violento per le vostre mattine di Natale in famiglia, ma ha l’aria di un film che potrebbe diventare un piccolo culto di questo periodo dell’anno.

«Se sei quello che credo devi sapere quando ascoltare, quando stare zitto… e quando pregare» (cit.)

Facendo i debiti paragoni, la prova della bontà di Una notte violenta e silenziosa sta nel confronto diretto con l’unico film che davvero gli somiglia, il molto meno riuscito Fatman (2020), tutto basato sull’ironia generata dalla barba da Babbo Natale violento di Mel Gibson, impegnato in uno scontro armato con un avversario smilzo fatto a forma di Walton Goggins, per un film che purtroppo ricordiamo solo noi completisti Gibsoniani (e Gogginsiani).

Una notte violenta e silenziosa utilizza molto meglio la componente infantile (intesa come trama e personaggi in gioco) anche perché Wirkola non solo conosce bene i classici di Natale, ma le dinamiche dei generi cinematografici e in generale, sa come giocarci al meglio. Ad esempio la scelta di quel tamarro di John Leguizamo nei panni del campo banda che odia il Natale – tanto da farsi chiamare Scrooge – risulta azzeccatissima e coerente, perché a tutti gli effetti Violent Night deve di più a Die Hard 2 che al predecessore diretto da McTiernan. Non a caso hanno un ruolo chiave anche un gruppo di soldati in mimetica bianca, che entrano in azione a cavallo delle motoslitte, come a voler restituire a Leguizamo quello che i tagli di montaggio di Renny Harlin gli avevano tolto.

«Mi ha tagliato! Ora capisci perché odio il Natale?»

Allo stesso modo, un po’ paraculo ma coerente, Violent Night trova il modo di strizzare l’occhio anche a Kevin McCallister, le cui trappole e trappoline vengono replicate da Trudy, che dichiara il suo amore per questo film nella sua prima linea di dialogo, appena entrata in scena, pronti via. Tutto questo diventa il campo da gioco ideale per uno cresciuto artisticamente nell’horror come Tommy Wirkola, che qui si diverte più della sua piccola protagonista a dirigere la parodia violenta di Mamma, ho perso l’aereo con le stesse identiche trappole messe su da Kevin, solo che questa volta il regista norvegese ha campo libero per mostrare gli effetti violenti di chiodi piantati nei pioli delle scale, di cadute rovinose e di enormi pesi scagliati in faccia, con tutto il sangue a cui Chris Columbus non poteva nemmeno pensare per errore.

Per essere un film su commissione poi, Tommy Wirkola ha trovato davvero il modo di farlo suo. Un giorno capirò i trascorsi del regista con il biliardo, ma per il secondo film di fila dopo il precedente The trip assistiamo ad un utilizzo da guerra delle palle in resina fenolica. Insomma nessuno meglio di Wirkola poteva fare sua un’idea balorda come Babbo Natale contro i terroristi, rendendola davvero un film e non solo un finto trailer come La notte in cui la renna morì, riuscendo a realizzare il sogno di tutti noi ex bambini, che un Lee Major natalizio e violento avrebbe sempre voluto vederlo. Ma se John Leguizamo funziona alla perfezione, specialmente quando prende a male parole i suoi sgherri, sempre più convinti di avere a che fare con il vero Babbo Natale, l’altro grande nome scelto con cura oltre a quello del regista è sicuramente quello di David Harbour.

«Mi sa che qualcuno qui è stato molto molto cattivo»

Non solo perché risulta molto azzeccato a gestire i momenti sbronzi da Babbo Bastardo, ma anche perché ha il fisicone adatto per la parte, non solo è credibile quando Wirkola, scoprendo le carte poco a poco, rivela i trascorsi guerrieri del suo Santa Claus mai così vichingo, ma anche perché David Harbour è tanto azzeccato quando si cura le ferite sulle maniglie dell’amore come un novello Sylvester Panzone, ma anche quando spacca crani oppure più semplicemente, consola e rassicura Trudy come siamo abituati a vedergli fare con Undi in Stranger Things.

Tra “frasi maschie” in sala natalizia e cattivoni morti ammazzati, non sentiamo mai David Harbour lanciarsi nella classica «Adesso ho un fucile mitragliatore, oh oh oh!», però è uno spasso vederlo uccidere sgherri uno via l’altra sulle note natalizie di Bryan Adams, utilizzando cannoni sparaneve e pattini da ghiaccio in modo contundente, facendo valere l’esperienza della 87North Productions di David Leitch.

«Murdock, sono io che vengo a prenderti» (cit.)

Dico sempre che è nel film su commissione che si vede il vero valore di un regista, Tommy Wirkola ha saputo trovare un bilanciamento tra buonismo natalizio e la nostra voglia di vedere finalmente La notte in cui la renna morì e posso dirlo, David Harbour non mi ha mai fatto rimpiangere il vecchio Lee Major, quindi Tommy Wirkola quest’anno finirà sicuramente nella mia lista dei buoni (registi). Per concludere un saluto a tema: “Buon natale, maledetto animale. E felice anno nuovo!” (cit.)

Cassidy Plissken

TRAILER

CAST & CREW

Titolo originale: Violent Night

Anno: 2022

Regia: Tommy Wirkola

Interpreti: David Harbour, Beverly D’Angelo, John Leguizamo, Cam Gigandet, Edi Patterson

Durata: 112 minuti.

CATEGORIE

Commenti

  • Daniele

    Die Hard è, insieme a SOS Fantasmi, il mio film di Natale per eccellenza, un pò come Una poltrona per due per Italia1, non posso esimermi dal vederlo quando scattano le feste natalizie, se non lo faccio poi mi sento "cattivo". Se mi citi entrambi e sopratutto La notte in cui la renna morì, il "quasi" film con quel mito di Lee Majors, già mi predisponi nelle condizioni ideali per apprezzare questo Una notte violenta e silenziosa. Viste poi le premesse a partire dal regista, si candida fortemente a diventare un altro classico del periodo, alla stregua dei cinepanettoni del Belpaese. Detto ciò David Harbour è l'eroe di azione che non vorremmo ma ci meritiamo: sicuramente non molto in forma (anche se nell'ultima stagione di Strane Cose è davvero tirato), molto guascone ma anche "credibile" nella parte di Babbo Natale con mitragliatore che spacca sederi a raffica. In più ha quello che aveva il primo Bruce Willis e che lo rendeva unico e inconfondibile: una sana faccia da schiaffi e quel sorrisetto beffardo di chi la sa lunga... Buone feste a tutti!

    • Cassidy

      Ha tutto per diventare un piccolo culto dicembrino ;-) Cheers

  • Perro_san91

    Buongiorno, in trasferta qui per leggere di questo film che ho visto giusto ieri sera (è ironico come veda un film e puntualmente esce una recensione il giorno successivo). Doverosa premessa: adoro i classici film di Natale, quelli con buoni sentimenti, esplosioni, sparatorie, utilizzi creativi di utensili non propriamente offensivi), per cui la scoperta di questo film da trailer su youtube (che ovviamente mi ha tolto la sorpresa per alcune morti) mi ha incuriosito non poco, tanto da portarmi a "Convincere" alcuni miei amici a venire al cinema con me. Inutile dire che ha rispettato quasi in toto le mie aspettative (elencate di sopra) ed è stato appagante, tanto da uscire dal cinema felice come un bambino (strano) per la mattanza andata in scena; unico piccolissimo neo il finale un po' troppo buonista; mi sarebbe piaciuto un finale un pizzico più amaro, ma si può soprassedere, in fondo si va verso Natale, siamo tutti più buoni (forse). Fammi sapere cosa ne pensi. Buona giornata

    • Cassidy

      Ben felice di aver intercettato anche le tempistiche ;-) Vero, bisogna dire che nei film moderni non muore più nessuno, ma tutto sommato Wirkola ha fatto un buon lavoro, quindi posso accettare anche quel finale. Cheers!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.