Darkman – il pilot del 1992

L’universo della televisione è un labirinto oscuro e molte volte indecifrabile. Soprattutto quando si parla di pilot tv. Negli anni selvaggi delle vhs, non era raro imbattersi in uno di questi prodotti, magari spacciati per incredibili seguiti di pellicole famose, proprio una di quelle  che tu,  spettatore incauto,  aspettavi con trepidazione.  Questo capitò, per esempio,  con Il braccio violento della legge 3, in originale Popeye Doyle, in realtà (micidiale) puntata pilota di una serie mai sviluppata. Il ventennio anni 80/90 era d’altronde un periodo florido per i prodotti televisivi, la maggior parte delle volte però si trattava di opere così lontane dal cinema da essere difficilmente fruibili senza spacciarli per quello che non erano,  veri film.

A parlare di pilot si è scomodato persino un giovane Quentin Tarantino quando, in una scena di Pulp Fiction, ci rivela che la moglie del boss, Marcellus Wallace, la Mia di Uma Thurman, ha interpretato la puntata zero di un telefilm mai sviluppato, Volpi forza 5.

Era un programma su una squadra di donne agenti-segreto chiamato “Volpi Forza 5”. Volpi perché eravamo in gamba, astute e carine, Forza perché eravamo una forza con cui fare i conti. E cinque perché eravamo uno, due, tre, quattro e cinque di numero. C’era una bionda, Sommerset O’Neal: lei era il capo. La volpina giapponese era una maestra di arti marziali, alla ragazza nera toccavano le demolizioni: era un’esperta. La volpina francese aveva una specialità: il sesso. Il mio personaggio, Raven McCoy, aveva una storia, era… era venuta su cresciuta da artisti del circo. Secondo il copione era la donna più pericolosa del mondo con un coltello”.

Non tutti i pilot però hanno avuto la fortuna non solo di un Il braccio violento della legge 3 ma anche di un Black Jack, girato da John Woo con Dolph Lundgren e dirottato come vero film d’azione in vhs. Molti prodotti sono morti nell’unico passaggio tv, irrecuperabili in qualsiasi formato, impossibili da vendere perché o troppo corti o senza una vera conclusione, in quell’attesa quasi commovente di compiersi in più puntate, senza, ovviamente, che questo potesse davvero avvenire.

Darkman è un horror del 1990, diretto da Sam Raimi con fantasia e un piglio quasi terroristico di plasmare la materia già vista, in questo caso Il fantasma dell’opera, con invenzioni straordinarie, marchio del regista. Da questa pellicola, cultissima e nobilitata dalla presenza di un giovane Liam Neeson, ne seguiranno altre due, Darkman II – Il ritorno di Durant del 1994, e Darkman III – Darkman morirai, uscito nel 1996, entrambe girate solo per il mercato video. Dietro la mpd,  un poco estroso Bradford May, intento a scimmiottare lo stile esagitato di Raimi, mentre, a rivestire i panni del tragico eroe, troviamo un ingessato Arnold Vosloo che, da lì a poco, diventerà famoso per La mummia di Stephen Sommers.

In pochi sanno però, e qui ci viene in aiuto la Bibbia dei pilot tv, la Encyclopedia of Unaired Television Pilots, 1945-2018, di Vincent Terrace, che Darkman, nel 1992, era lì lì per diventare un serial per la televisione, un po’ come successe per Robocop. Fu la stessa Universal ad appoggiare il progetto, salvo poi ripensarci dopo la visione dell’episodio 0.

Dio benedica youtube perché dalle profondità più inenarrabili del web possiamo fruire di questo seguito del lavoro di Raimi, impossibilitati purtroppo a dare un giudizio completo visto la natura frammentaria del progetto, castrato ancor prima di esprimere il potenziale.

C’è da dire che i limiti di un prodotto horror, dirottato in un format per famiglie, sono evidenti: l’introduzione nella trama di un petulante bambino graffitaro e di una poliziotta molto figa, probabile interesse amoroso del protagonista, nella trama sono i chiari segni di un rimbambimento del plot che si sarebbe serializzato nella calma placida di una serata spensierata tra colpi di scena, interludi romantici e commozioni a buon mercato.

Per girare il pilot la scelta cade su Brian Grant, specialista in videoclip, sono suoi molti lavori della compianta Olivia Newton-John ma anche di Witney Houston, Tina Turner e Donna Summers. Il lavoro svolto, sul piano visivo, è convincente, elegante e l’uso sapiente delle luci e dei fog colorati, figli dei precedenti musicali del regista, riesce a donare all’opera una dignità formale che, per esempio, i seguiti di Bradford May non avevano.

Anche le scenografie, ad opera di Jay Koiwai e Jeremy Wakefield, sono molto buone, di grande impatto e guardano più al Batman di Tim Burton che all’originale di Sam Raimi con l’utilizzo di un gotico osservatorio astronomico in disuso come scenario principale.

Non convince il protagonista, Christopher Bowen, costretto per tutto il tempo a fare facce inenarrabili e, in virtù della serialità, a non indossare troppe maschere per potersi fare riconoscere dal pubblico. Peccato perché sono proprio i travestimenti a tempo di Darkman ad essere una delle cose più divertenti della saga con quell’idea geniale della caducità delle invenzioni del nostro antieroe.

Larry Drake invece riveste lo stesso ruolo che aveva nel primo capitolo cinematografico, quello del malvagio Durant, e che rivestirà anche nel primo seguito tv. Non molto efficace neanche lui, molto distratto e probabilmente non convinto della qualità dell’opera.

A dire il vero l’unica sequenza action, che vede un energumeno di colore piroettare come il peggior ninja di Godfrey Ho, non rende il tutto molto serio, lì lì al confine tra il brutto filmato e la risata involontaria. Non aiuta neanche il make up su Darkman troppo grottesco e poco spaventoso, ma è evidente il divario tra un Sam Raimi e un comunque onesto Brian Grant soprattutto quando, per toccare il metraggio minimo, la produzione ricicla intere sequenze dal primo capitolo cinematografico.

Molto graziosa invece Kathleen York con un ruolo abbastanza prevedibile, la quota donna figa del serial che sopperisce ad una delle poche varianti della trama, la morte di Julie, interesse amoroso del protagonista nel plot originale.

Per il resto abbiamo un pilot tv che non dice nulla di nuovo e, quando cerca di farlo, commette nefandezze, non però meno disprezzabile della media dei prodotti televisivi dell’epoca. Resta il rimpianto di non sapere come la storia si sarebbe sviluppata in più puntate: purtroppo in questi 30 minuti tutto sembra troppo risicato.

Noi però vi consigliamo, nel caso vorreste vedere un (quasi) Darkman fatto per la tv abbastanza gagliardo di non affidarvi né a Brian Grant né a Bradford May ma al misconosciuto Il vendicatore della notte ( Dark avengers) di Guy Magar, uscito da noi in vhs Columbia.

La frase di lancio recita: “La sua giustizia era decisiva”.

Me cojoni.

Andrea K. Lanza

 

Per uno sguardo più ravvicinato al mondo di Darkman, vi invito a leggere le sapienti pagine, dedicate alla saga, dell’essenziale sito Lo zinefilo dell’amico Lucius Etruscus, un malastrano DOC.

 

 

TRAILER

CAST & CREW

Dakman – Pilot tv

Regia: Brian Grant

Interpreeti: Christopher Bowen, Larry Drake, Kathleen York

Durata: 30 min. 

Anno: 1992

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Commenti

  • Lucius Etruscus

    Incredibile! Applausi per questa opera di vera video-archeologia ^_^ Malgrado Bradford May gongolasse con i giornalisti di settore dicendo che i suoi seguiti di Darkman potevano benissimo essere proiettati in sala, sebbene siano palesemente prodotti men che televisivi, guardandoli si sente forte l'idea che Darkman poteva essere un ottimo personaggio da serie TV anni Novanta. In fondo pochi anni prima aveva chiuso i battenti "La Bella e la Bestia" con Ron Perlman, quindi l'Uomo Oscuro col volto di Arnold Vosloo, che parimenti combatteva il crimine da sotto la città, amando donne di superficie di un amore impossibile, sarebbe stato il perfetto sostituto. Ma magari invece i tempi non erano più maturi, infatti May viaggiava con la combriccola di Raimi che si era buttata tutta sul finto heroic fantasy per famiglie, da "Hercules" a "Xena", ma visto che May faceva casino e litigava coi big, l'hanno cacciato a pedate a girare Darkman, anche se lui non ha capito che era una punizione! :-D Per quanti difetti potesse avere questo pilot, mi piace ricordare "Flash" (1990) e "RoboCop" (1994), serie TV che all'epoca Italia1 lanciò come capolavori inarrivabili ma che già sembravano vecchie di dieci anni. Diciamo che Darkman non avrebbe avuto nulla di cui vergognarsi :-P

    • Andrea Lanza

      In un altro universo io e te, Lucius, avremmo avuto la tessera del fan club di Darkman la serie tv, insieme a quella di Riptide e Manimal, giunto alla decima stagione! Sarebbe stato un mondo più bello sicuramente e Robocop alla quinta stagione sarebbe stata fermata perché troppo violenta, con la final season girata da Paul Verhoeven!

      • Lucius Etruscus

        Corro alla Total Recall a farmi impiantare queste memorie! ^_^ E già che ci sono, ci faccio aggiungere "Automan" replicata tutti i giorni su Mediaset da quarant'anni al posto di "A-Team", e "Master Ninja" con Lee Van Cleef al posto di "Walter Texas Ranger" - che nella mia realtà sarebbe fallita dopo l'episodio pilota! Eh, quelli della Total Recall avranno da lavorare :-P

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