Thunder è la risposta italiana al Rambo di Ted Kotcheff e ha avuto ben due seguiti in parallelismo con gli originali di Stallone. Si può ipotizzare che, se i nostri strabenedetti generi cinematografici fossero ancora vivi e vegeti, qualche anno fa avremmo goduto di un nuovo Thunder, proprio in occasione del John Rambo di Sly. Purtroppo De Angelis/Ludman non gira (e produce) più film, e Mark Gregory era semplicemente scomparso dando vita a diverse leggende che lo volevano, tra le altre ipotesi, Madonnaro deluso dal cinema sulle strade di Roma. Solo in tempi recentissimi, sulle pagine di Cinema Italiano Database, Roberto Zanni e Massimo Bianchi hanno svelato l’arcano mistero: il nostro Thunder si suicidò, il 31 gennaio 2013, ingerendo un mix di psicofarmaci disciolti nell’acqua calda, in un paesino sperduto del Lazio, Castel Madama, solo e pieno di demoni. La cosa che spicca è la croce della sua tomba: rozza, ricavata con assi di legno, senza nessuna foto, un po’ come per i pistoleros che morivano in duelli all’Ok Corral. Leggendario e triste allo stesso tempo.

Siano però benedetti quei gloriosi anni dove giocavamo a fare gli americani, a volte con risultati pregevoli ma molto più spesso con prodotti miseri e miserabili! Thunder 2 è stato il mio primo approccio, da ragazzino, con la serie, quello al quale personalmente sono più affezionato, anche se, senza dubbio, il migliore rimane il capostipite. Girato con magniloquenza di panoramiche in Arizona, il film, sul piano tecnico, può vantare una realizzazione decorosa con un grande inseguimento (incredibile) tra un elicottero e una jeep nella gloriosa Monument Valley. E’ proprio visivamente che il film da’ il suo meglio: buone scene d’azione, rallenti come se Castellari (o Peckinpah) si fosse addormentato senza dare lo stop e soprattutto un’idea, impossibile da raggiungere ma affascinante, di poter fare film concorrenziali con gli USA. Un po’ di tempo fa leggevo che tutti questi film action d’imitazione erano soprattutto fatti per il Terzo mondo, ovvero per tutte quelle terre dove era impossibile che un distributore locale avesse i soldi per portare un Karate kid e allora ci si rivolgeva al più economico Ragazzo dal kimono d’oro.

Non so se questa cosa fosse vera, ma sarebbe stato interessante all’epoca intagliare una conversazione con un abitante dell’Amazzonia sul blockbuster locale, Indio, e capire che Rambo, in quella dimensione parallela, non aveva mai fatto capolino. Thunder 2 è interessante anche nel tentativo della sceneggiatura di David Parker Jr. (Dardano Sacchetti) di non seguire la strada più semplice (come faranno invece i vietnam movie matteiani), l’imitazione di Rambo 2: si cerca invece di sviluppare la trama del primo film in un proseguo più originale. Per farvi capire meglio senza aver visto la pellicola: è come se, in Rambo 2 la vendetta, Sly, al posto di essere spedito in guerra, decidesse di fare il poliziotto al fianco del bastardissimo Brian Dennehy. Ecco il guizzo che fa elevare Thunder 2 sopra la media dei vari prodotti d’imitazione dell’epoca: certo a metà film si remakizza il primo film, ma dentro, in neanche un’ora e mezza di girato, ci sono tante cose incredibili e divertenti da far passare il tempo con gusto. Ecco quello che mi manca molte volte in un film (italiano o straniero che sia): il sano divertimento. Non che non si facciano più action all’Estero, ma o sono troppo seri o troppo stupidi, mai che ci sia quella invalicabile linea di confine che sanciva lo spettacolo di un Chuck Norris dell’epoca o, appunto, di un Larry Ludman truffaldino.

Senza escludere che il progresso ha necessariamente ampliato il varco tra amatorialità e professionalità soprattutto con l’abbandono della pellicola a favore del più economico digitale. Direte voi “Ma anche Michael Mann usa il digitale”, si ma io capisco lo sperimentalismo un po’ snob di un grande regista che al posto di mettersi nudo per provocare vuole dimostrare che anche il nuovo è meglio del vecchio, ma i risultati di Mann, anche se suonerà come una bestemmia, negli ultimi 10 anni non sono paragonabili al decennio (o ventennio) precedente. Passi per Collateral, ma sia Miami Vice che Nemico pubblico sono sì visivamente interessanti ma, magia del digitale, ti sembrano anche al cinema una telenovelas testosteronica, qualcosa che non stai a pensare che la macchina da presa sia costata miliardi, ma cominci a dirti “Però magari lo posso fare io col mio cellulare”. No no no perché è così che si creano i mostri e Castellari può sentirsi in dovere di girare, con i soldi della paghetta del figlio, Ingloriuos Basterds ai Carabi! Il problema è che più ci si spinge alla perfezione più ci si allontana dal concetto che il cinema è finzione con le sgranature da pellicola e il tecnicolor che, vaffanculo, ti fa già venire nelle mutande sia lo usino per il Re dei re che per Topolino contro Barbapapà.

Thunder 2 è prodotto d’imitazione ma coi controfiocchi perché è vero che Fabrizio De Angelis/Larry Ludman aveva più fiuto come produttore che come regista, ma i suoi film anni 80 dalle copertine strepitose possedevano un senso del ritmo e dello spettacolo che ancora oggi andrebbe studiato. Mark Gregory è il protagonista perfetto di questo Thunder, soprattutto in questi ultimi due capitoli, smagrito, dall’aria meno da frocetto che in 1990 i guerrieri dal bronx, tanto che per qualche attimo quasi quasi ci credi che sia un indiano. Qui ritorna con moglie incinta al carico (Karen Reel che sostituisce la Valeria Ross del film precedente) a fare il poliziotto nella stessa cittadina del deserto scenario del primo Thunder. Non stiamo a guardare il pelo nell’uovo soprattutto nell’idea un po’ cretina che quello che a tutti gli effetti è un vandalo/teppista/psicopatico omicida possa indossare la divisa, ma chiudiamo un occhio soprattutto perché la faccia del poliziotto Rusty, suo acerrimo nemico, è impagabile quando scopre questa novità. A interpretare i nemici dell’indiano sono sempre il sempre grande Bo Svenson (non dimenticheremo mai la sua prova in Walking tall 2) e l’incarognito Raimund Harmstrorf, solo che il primo è in un ruolo meno da bastardo, anzi quasi da buono. Quasi. D’altronde con quella faccia così mica puoi pretendere non sia un gran bastardone quando è il momento di tirare i conti con la vicenda.

Il novello poliziotto comunque, in neanche mezz’ora, riesce a sgominare una banda di spacciatori scoprendo che, da quando se n’è andato, è cominciata a circolare la droga tra gli indiani, l’equivalente dell’acqua di fuoco dei vecchi western. Thunder sbatte in pugni sul tavolo incarognito, no lui non ci sta, si consulta quindi con un vecchio avvocato indiano (indiano quanto lo sono io) e decide che sbaraglierà, da solo o meno, l’orribile commercio, senza sapere però che Harmstrorf/Rusty ne è il mandante. Ecco che, in un momento di rara cretineria. il poliziotto cattivo incastra il navajo buono mettendogli un kg di droga nell’armadietto dello spogliatoio con tanto di Bo Svenson, capo della polizia, che commenta laconico “Mi fidavo di te, ragazzo”. Il mondo di Thunder è brutto, cattivo e sporco, non c’è spazio per gli indiani che non sono accolti bene da nessuno, perciò. senza un processo equo, il nostro eroe viene trascinato in una posa cristologica fino ad un carcere di massima sicurezza dove è condannato ai lavori forzati.

Lì, come direbbe il nostro caro Monnezza sono cazzi da cagare e anche amari: secondini cattivi con in particolare un filippino dal nome americano che ti picchia e ride come tutti i cattivi di serie B. Qui Thunder verrà costretto a docce gelate, a lavori sovrumani e persino 12 giorni in isolamento nel “buco”, un luogo dove si brucia di giorno e fa freddo di notte, senza mangiare o bere. Qui probabilmente la sceneggiatura voleva omaggiare Brubaker, il carcerario con Robert Redford, soprattutto nel momento in cui i prigionieri incitano Thunder a resistere facendo rumore contro la rete. Comunque, sebbene si dica più volte che “nessun uomo può sopravvivere al buco per tanto”, il nostro eroe, appena tirato fuori, spara a tre guardie (uccidendole senza dubbio) e fugge con un’auto nel deserto. Naturalmente la scena è da applauso perché Thunder non sceglie il portone dei comuni mortali ma supera con un salto la rete di protezione grazie a due rampette lasciate lì per caso. Ci prova anche lo sceriffo filippino ma il suo tentativo non va a buon fine tanto che tutto arrabbiato manda senza ragione un suo uomo nel buco. Naturalmente immaginatevi ogni inseguimento, sparatoria o distruzione nel solito abuso di rallenti che in quegli anni era quasi stile, anche in questi casi dove molte volte era messo a cazzo di cane. Scopriamo però intanto che il vero nome di Thunder è Luis Martinez. Cioè fermi tutti, Luis Martinez???? Ma è un indiano? Non dovrebbe chiamarsi che so “Aquila della notte” o “Lupo dal nero manto”??? Luis Martinez sembra il nome di un ispanico, anzi di un ballerino gay di salsa dai pantaloni attillati e la camicia aperta che ti dice mostrandoti la lingua a serpentina “Te quiero mucho”.

Comunque sia dato atto che nessuno chiama il nostro eroe Luis, ma tutti, moglie compresa, lo chiamano Thunder che è un nome più figo come quando Homer Simpson cambiò il suo in Max Power. Comunque non c’è pace per i nostri protagonisti perché a bordo di un elicottero il cattivo Rusty comincerà a sparare come un pazzo contro una jeep con su Thunder, consorte e avvocato poco indiano ottenendo che questa si ribalterà sottosopra. Ecco il momento più tamarro: incurante degli spari Mark Gregory con una sola mano alzerà il pesante mezzo (con inquadrature insistite del bicipite teso nello sforzo) liberando i suoi compagni. Ora se voi pensate che Thunder scappi non avete capito nulla: armato di lazzo si attaccherà all’elicottero stando semplicemente appeso senza tentare neppure un attimo di salire in cabina, solo per rompere il cazzo al cattivo. Però al quarto grido di Rusty “Spiaccicalo contro la parete della roccia”, ordinato al pilota minacciato dal fucile a pompa tutto il tempo, Thunder si lascerà cadere in un fiume rifacendo per l’ennesima volta l’analoga scena di Rambo. Bisogna dire che queste sequenze aeree sono tra le più noiose del film: interminabili, fatte davvero senza nessuno spirito di messa in scena, commentate per di più da uno score musicale già orribile di per sé ma qui al suo peggio con punte da balera di Raoul Casadei.

Rusty neanche sta a vedere se l’indiano è morto, ma commenterà tutto soddisfatto “Ce l’abbiamo fatta”. Per questo i cattivi dei B movie non riescono alla fine a conquistare la loro giusta fetta di mondo, perché sono stupidi nei momenti giusti, si lanciano in lunghi monologhi quando dovrebbero invece sparare e se ne vanno via giulivi quando sarebbe bastato un secondo in più per vincere. Comunque il pilota, suo amico di vecchia data, appena sceso dall’elicottero lo denuncia e lo sbirro pazzo viene messo in galera. Non so voi ma se il mio migliore amico mi puntasse il fucile in faccia urlando ordini credo che ripenserei al mio concetto di amicizia. Naturalmente, ed è un segreto di pulcinella, Thunder non è morto, anzi va in ospedale (tra l’altro senza un poliziotto di guardia) a visitare la sua bella scoprendo che ha abortito per via dell’incidente. Alla richiesta “Trova quel bastardo che ci ha fatto questo e fagliela pagare”, Gregory butterà via gli abiti e si rivestirà, come nel primo film, da navajo con tanto di colori di guerra. L’avvocato di Thunder però corre da Bo Svenson avvertendolo che il suo protetto “sta per iniziare una guerra” che non si immaginano neppure e così appunto è. Armato di frecce e di bazooka, il nostro eroe farà saltare un po’ di macchine della polizia uccidendo uomini a caso e affrettando lo scontro con Rusty. Faccia a faccia con il suo nemico, in una caserma ormai ridotta in polvere, fuoco e fumo, Thunder pianterà il suo Tomawak contro il muro con queste parole “Basta morte, io mi fermo qui”.

Rusty, vigliacchissimo, dopo aver pianto come ogni cattivo vile, cercherà di uccidere Thunder alle spalle, ma Bo Svenson, che poche scene prima aveva detto “Tra te e lui sceglierò lui”, lo fa crollare con il calcio di fucile in piena faccia. L’ultima scena vede, come se nulla fosse, Thunder e moglie in auto che si preparano ad andare in un’altra citta con il condono di ogni crimine, solo che all’improvviso, senza nessuna ragione, Svenson, che li sta salutando, tira fuori un fucile a precisione e spara contro l’abitacolo. Fine. Faccia sorpresa e vaffanculo di rito, ma comunque Thunder 2 resta, nei suoi limiti, un buon prodotto di cassetta, la serie B italiana che dicevamo ai tempi “Che merda” e che ora ci manca tanto.

Vedere Thunder 2 nella vecchia VHS Azzurra homevideo o nel dvd Avofilm presenta la stessa qualità della visione. La scelta sta solo a voi se vi sentite o meno vintage.

Andrea K. Lanza

TRAILER

CAST & CREW

Thunder 2

Anno: 1987

Regia: Larry Ludman (Fabrizio De Angelis)

Cast: Mark Gregory, Bo Svenson, Raimund Harmstorf, Karen Reel, William Rice

Durata: 90 min.

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Commenti

  • viga1976

    il primo rimane il migliore,questo presenta già le assurdità tipiche di un certo modo di fare cinema,dici :sano divertimento,ma io Gran Sacerdote del Rito Bergmaniano,aborro il sano divertimento a carnevale figurati se lo cerco in un film.Sti cazzi! Me lo ricordo però come dolcissima visione del sabato sera su odeon..

  • Napoleone Wilson

    Ho conosciuto di vista Marco De Gregorio. In arte Mark Gregory. Nella palestra ai parioli che frequentava pure Urbano Barberini. Anni '83 o '84, giù di lì. De Gregorio è un mistero, non si sa praticamente più che fine abbia fatto, neppure oggi dopo una decade di ancora così smodate riscoperte ed interviste ai protagonisti, nessuno ha saputo dare informazioni precise e attendibili di dove sia e a fare cosa, adesso. C'è chi dice cameriere in un locale sempre a Roma, ma irriconoscibile, chi addirittura morto o arruolato a suo tempio nel Tercìo spagnolo come Andrea Ghira e altre amene assurdità, comunque rinnegante il suo periodo passato nel cinema e l'ambiente che vi gravitava. Per me, sarà sempre e soprattutto Trash, il protagonista del miglior post-atomico d'imitazione italiana a là "Escape from New York" e "Mad Max". Naturalmente "1990: I Guerrieri del Bronx"(1982) di Castellari. Tutti i "Thunder" me li vidi anch'io in prima tv su Odeon, il primo (ne ho la vhs Avo da nolo) no però, lo vidi in prima all'Empire di Roma presente Sabàto, e fu un buon successo, uno degli ultimi veri del cinema popolare d'imitazione nostrano, assieme all'altra operazione di De Angelis/Ludman quasi coeva(due-tre anni dopo), naturalmente "Il Ragazzo dal Kimono d'Oro".

    • andreaklanza

      Io per esempio Napo tra tutti i film della trilogia di Castellari preferisco Fuga dal Brox e sicuramente il peggiore nei miei ricordi è I nuovi barbari. Anche se la parte di Fred Williamson in 1990 e soprattutto la sua fine ha del leggendario...

      • Napoleone Wilson

        No, non c'è confronto di cast, varietà ed ampiezza di ambientazioni -vere- nel South Bronx semi abbandonato e diroccato per isolati dell'epoca(vedasi ad esempio"Wolfen -La belva immortale"['81], Michael Wadleigh), ritmo, qualità e" ricchezza" delle scene d'azione e colonna sonora di Francesco De Masi, tra "1990" e il mooolto più "povero", "Fuga dal Bronx", girato quasi tutto nei vecchi macelli abbandonati del Prenestino .

    • andreaklanza

      Come ti sembrò all'epoca Gregory?

      • Napoleone Wilson

        Non mi sembrò frocio anche se camminava un pò così ma più che altro era impacciato, e Barberini di sicuro non lo era. Lo sapevan tutti che gli garbava e molto, la topa.

  • Napoleone Wilson

    Bo Svenson presente fa quasi sentire come di un "cross over" con il personaggio dello sceriffo Buford Pusser, dei due ultimi "Walking Tall", vero Andrea. Il finale inaspettato e "bastardo", disperato oserei dire, a me piacque, come forse la cosa migliore del film. Anche qui, in linea con i finali nichilisti e disincantati di altri famosi modelli a cui "Thunder" si rifaceva. "Indio" praticamente aveva la stessa trama e ambientazione di quello che doveva essere "Rambo IV", che non venne più fatto a cavallo tra gli anni '80 e '90, oltre che per il non eccelso risultato al box -office americano di "Rambo III", anche perchè Margheriti aveva saccheggiato e bruciato sul tempo il plot della nuova avventura di Sly/John Rambo. Su Michael Mann negli ultimi dieci anni non siamo d'accordo e già se ne è parlato e diffusamente(quel che ottiene dal digitale Mann come bellezza fotografica-e cinematografica- non lo ottiene quasi nessuno), ma sul fascino incommensurabile e intrinsecamente cinematografico del Technicolor rispetto a qualsiasi altra cosa, sì. Te lo dico a pochi giorni dall'aver rivisto "Suspiria", nello stupefacente Blu-ray U.K. della Nouveaux Pictures/Cine Excess. "Il Re dei Re" bellissimo film di Nicholas Ray.

    • Napoleone Wilson

      Era molto giovane Gregory, avrà avuto vent'anni o poco più. Ma la voce e le movenze un pò da finocchio non le aveva, seppur molto silenzioso e non parlava mai ad alta voce. Fortissimo accento romano. Gli garbavano le belle macchine, all'angolo della palestra c'era un concessionario di Lamborghini Countach, De Tomaso Pantera, cosucce così. L'ho visto un paio di volte la sera -andavo a quell'ora lì alla palestra- anche chinato alle vetrine a guardarsi i particolari di cotante supercar. Spero davvero per lui che con i soldi -se glieli hanno dati- guadagnati con i suoi film di un certo successo, se ne sia poi potuto comprare almeno una.

    • andreaklanza

      Il re dei re è davvero fantastico, così come Suspiria... Beh ho citato Bo svenson anche perchè ho nel cassetto da mettere set prox Walking tall 2 e 3!

      • viga1976

        cosa sono walking tall 2 e 3?

        • andreaklanza

          Sono due film polizieschi. Il primo lo trovi qui recensito da Napoleone e si chiama un duro per la legge, il secondo sarà messo su martedì ed era con Bo svenson nel ruolo principale. Ne fecero anche un remake con the rock caruccio e un orrendo seguito di quello con Kevin sorbo nei panni dell eroe

  • Lucius Etruscus

    Mi era sfuggita la tua rece: ti aggiungerò al blogtour che non te lo sogni neppure :-P

    • andreaklanza

      ahhahahhah preparati che sto per recensire indio e tornado. Ma questo l'avevi visto? https://malastranavhs.wordpress.com/2018/03/22/ruckus/ il Rambo con Linda Blair!

      • Lucius Etruscus

        Mitico, già inserito nel blogtour ad honorem ^_^ Indio sicuramente voglio farlo anch'io, sia in onore al caro ricordo d'infanzia, quando mi sembrava il più bel film della storia, sia per la sua "rambosità" :-P Ce la farò in queste due ultime settimane a pubblicare tutto il materiale rambesco che ho in caldo???

        • andreaklanza

          Indio e Indio 2 sono cult, ma non dimentichiamo i Mattei che scopiazzavano davvero Rambo, Guarda qui https://youtu.be/9fDDxvQeuok Io poi ti taggo appena butti fuori Thunder 3, il più brutto della serie. Ma parli anche del mitico cartone animato su Rambo? Qui avevo postato il trailer https://malastranavhs.wordpress.com/tag/cartoni-animati/ "Rambo è un eroe positivo" ahhahahahhah

          • Lucius Etruscus

            Al cartone animato avevo pensato ma è una cosa lunga, ho preferito impiegare più energie nel tradurre i testi di Morrell inediti in Italia, che oggi ho riassunto sul Zinefilo. Thunder 3 è sicuro per lunedì prossimo, vediamo se riesco a fare anche gli altri...

          • andreaklanza

            No aspetta, non ho capito bene, mica hai tradotto tutto Rambo 3, vero?

          • Lucius Etruscus

            Seee magari! :-D No, ho tradotto le introduzioni di Morrell dove spiega l'origine dei vari libri e del personaggio, poi il lungo articolo di "Playboy" del 1988 e varie altre chicche ;-)

          • andreaklanza

            Oddio, ero già in estasi. Ho preso su ebay il terzo romanzo ma il mio inglese è troppo scarso. Poi sai che io adoro le novelization. Sono un cacciatore: vado nei mercatini solo per comprarle. Una follia che ho preso è Dracula di Bram Stoker non scritto da Bram Stoker ahahhah

          • Lucius Etruscus

            Il Dracula di Stoker rifatto da Saberhagen è una primizia che ho anch'io, l'ho anche schedato Di "Rambo III" ho tradotto tre o quattro capitoli, con Rambo che medita mentre tende l'arco: geniale!!!

          • andreaklanza

            ti prego quando puoi mandameli! Ma non riesci a pubblicarli visto che sta uscendo Rambo nuovo? Vuoi dire che non esiste una casa interessata alla traduzione di questo grande escluso? Secondo me spaccherebbe!

          • Lucius Etruscus

            All'editoria italiana non frega una mazza di rambo dal 1985, quando ancora c'era qualcuno che leggeva. Oggi dubito fortemente che esista qualcuno che compri un qualsiasi libro non sia il super-best-seller del momento, senza poi leggerlo ma solo per fare scena. Figuriamoci un romanzo del 1988 con Rambo contro i Russi!!! (I giovani d'oggi sanno chi erano i sovietici?) Comunque, entro questo mese pubblico tutto ciò che ho tradotto, anche se non so ancora in quale blog...

          • andreaklanza

            E io ci sarò, Man! Con popcorn e patatine!

          • andreaklanza

            Ti devo scannerizzare il mio pezzo sui tre rambo e stallone uscito su nocturno mille anni fa

          • Lucius Etruscus

            Sarebbe il mese giusto per renderlo pubblico ^_^

        • andreaklanza

          Sei Lucius: puoi tutto!

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